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Al museo con... (6)

Strategie

L'approccio narrativo. I laboratori di narrazione, finalizzati alla costruzione di "percorsi narrati", hanno permesso agli oggetti del museo di "riacquistare voce" e di avvicinare l'istituzione museale all'esperienza emotiva e intellettiva delle persone coinvolte, dando valore ai punti di vista soggettivi degli interlocutori. Attraverso l'approccio narrativo e la metodologia "Circolo di storie", già sperimentata in altri progetti europei, si è cercato di arricchire le forme classiche della rappresentazione museale, rendendo vivo e contemporaneo il patrimonio.

L'approccio partecipativo. Questa strategia ha consentito la costruzione dialogica e relazionale dei significati patrimoniali e delle modalità di comunicazione museale, costruendo un ponte tra soggetti e interlocutori che difficilmente trovano spazi comuni di confronto. Ciò ha permesso la costruzione di forme inedite di partnership, un accesso più democratico e inclusivo e l'accrescimento di forme di patrimonializzazione condivisa.

La ricerca-azione. L'analisi dei bisogni dei pubblici di riferimento si è basata sia su una raccolta e comparazione di dati provenienti delle più recenti indagini svolte nell'ambito dei visitor studies, sia a partire da una ricerca-azione avvenuta in collaborazione con i diversi soggetti e professionalità coinvolte (sessioni di incontri con il metodo del focus group). 

Forme comunicative innovative. La fruizione dei percorsi narrati prevede l'applicaizone di forme comunicative innovative, tra cui: la realtà aumentata che costituisce, ad oggi, un espediente audiovisivo di largo utilizzo e l'integrazione avanzata di hardware in crescente diffusione quali sono i tablet. Grazie al pieno utilizzo di soluzioni multimediali di dimostrato impatto, si è costruito un modello di comunicazione museografica in grado di rivolgersi a diverse fasce di pubblico.

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Fasi di lavoro

 

Analisi preliminare. Una prima fase di analisi preliminare (durata 2 mesi) ha previsto lo svolgimento di: (a) attività di analisi del contesto, finalizzate alla realizzazione di una indagine sulle caratteristiche ed i fabbisogni dei gruppi target individuati; (b) una riunione plenaria per inaugurare il processo di progettazione partecipata per l'organizzazione preliminare del lavoro; (c) attività di brainstorming di confronto partecipativo con la partnership al fine di definire in dettaglio le modalità di realizzazione del progetto.

Realizzazione di 12 laboratori di narrazione e di scrittura, 6 per ciascun museo. Fase propedeutica alla progettazione dei "percorsi narrati", i laboratori hanno permesso di produrre i contenuti della visita e progettare le modalità di traduzione dei contenuti stessi nelle adeguate forme comunicative. Nei laboratori, a partire dalla presentazione di sezioni e oggetti delle sale permanenti, i partecipanti sono stati sollecitati a costruire un ipotetico percorso per tappe all'interno delle diverse sezioni dei musei.

Redazione e realizzazione degli apparati didattici per la costruzione dei "percorsi narrati". I racconti e le scelte emerse durante la fase precedente sono state ulteriormente elaborate per la costruzione di una sceneggiatura definitiva, costituita da interviste audio/video relative ai racconti dei partecipanti e da altri contenuti multimediali.

Progettazione e realizzazione del Glossario LIS. Uno specifico "Glossario di termini disciplinari paletnologici e antropologici in Lingua dei Segni Italiana" è stato realizzato attraverso un ciclo di incontri con referenti accreditati della comunità nazionale sorda.

Costruzione di 6 percorsi "percorsi narrati", 3 per ogni museo. I percorsi narrati sono stati realizzati con l'utilizzo di tecnologie di ultima generazione nell'ambito del visual design, con particolare riferimento a software di rappresentazione in realtà aumentata per la gestione delle "aree sensibili" individuate nei due musei.  La tecnologia impiegata consiste nel sovrapporre, attraverso specifici comparti software/hardware, informazioni digitali perfettamente aderenti agli spazi tridimensionali presenti nella realtà; a seconda del punto specifico in cui il visitatore è posizionato, e grazie alla necessaria infografica prevista nei musei, ciascun percorso è dunque strutturato in maniera tale da prevedere la comparsa, sullo schermo del tablet, di interazioni touchscreen, contributi audiovideo, animazioni 2d/3d e aree di testo, concepiti come film interattivi e per questo definiti in ogni sua parte da una sceneggiatura.

Formazione del personale. La realizzazione del progetto prevede la formazione del personale interno dei due Musei (dal 2° al 4° mese) e di almeno una risorsa degli enti partner , per un totale di 4 giornate presso ciascun Museo proponente. Sono inoltre previste al 7° mese, giornate di formazione e incontri di studi sui temi dell'accessibilità museale.

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Destinatari del progetto

Per quanto concerne i destinatari diretti il progetto prevede un effetto di breve/medio periodo anzitutto sul pubblico centrale del museo, rappresentato da:

  • scuole primarie e secondarie e università, che sono già fidelizzati alle attività dei musei grazie a programmi differenziati per fasce di età;
  • famiglie, alle quali sono dedicate alcune attività specifiche;
  • appassionati e cultori della materia, che vedono nel museo un luogo di conoscenza e approfondimento.

Inoltre, si intende conseguire efficaci risultati comunicativi nei confronti di quel pubblico occasionale, rappresentato da:

  • cittadini e turisti attratti da iniziative estemporanee e speciali organizzati d'intesa con altri istituti e luoghi della cultura;
  • adulti, che cercano nel Museo un luogo di apprendimento non formale e permanente.

Il progetto è orientato al coinvolgimento di quel pubblico potenziale che negli ultimi decenni i due musei hanno cercato di avvicinare in attività di media e lunga durata. Di questo pubblico fanno parte:

  • i migranti, anche attraverso associazioni per la promozione dell'intercultura, partner e non del progetto;
  • le persone con disabilità e le associazioni dedicate.

Accanto al cosiddetto pubblico centrale, occasionale e potenziale, il progetto si rivolge direttamente a:

  • gli studenti degli istituti scolastici coinvolti nelle fasi di progettazione e realizzazione. Si stima che saranno coinvolte un numero da 5 a 10 classi relative agli Istituti partner del progetto. Questi potranno beneficiare di un percorso formativo articolato e integrato con il programma scolastico che permetterà loro di avvicinarsi e dialogare con le istituzioni museali e le diverse realtà territoriali partner;
  • tutte le risorse umane coinvolte attivamente nell'implementazione del progetto, ovvero i curatori dei Musei MNAO e Pigorini e i referenti per ciascun soggetto partner.

Destinatari indiretti delle azioni del progetto saranno:

  • tutte le risorse umane presenti negli organici dei Concessionario dei Servizi aggiuntivi che potranno vedere incrementate e arricchite, all'interno dell'opera di mediazione del patrimonio, le modalità di interazione con il pubblico.

Data la natura del progetto, non è trascurabile un eventuale impatto delle azioni previste sul non pubblico. Gli aspetti più riconducibili alla dimensione dell'edutainment potrebbero avere una ricaduta su adolescenti e appassionati di tecnologie richiamati dal forte spirito di innovazione.

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Obiettivi del progetto

La finalità generale che il progetto persegue è agevolare la soluzione di tre fondamentali problemi relativi all'accesso, al fine di rendere più democratica la conoscenza del patrimonio, alla partecipazione, per coinvolgere pubblici differenziati nelle politiche istituzionali e alla rappresentazione, per la costruzione e diffusione di narrative alternative e plurali.  

A partire da questo quadro generale, il progetto intende raggiungere i seguenti obiettivi:

  • rinforzare i legami di collaborazione tra i musei proponenti e i diversi pubblici di riferimento con una attenzione particolare a target fragili e marginali;
  • valorizzare forme di comunicazione museale interattive e approcci critici alle collezioni per favorire nel pubblico la presa di coscienza del patrimonio come veicolo di appartenenza, dialogo e conoscenza;
  • investire sulle importanti risorse umane del territorio per proporre al pubblico del museo un «altro» sguardo sulle collezioni e una nuova modalità di narrazione del patrimonio da affiancare ai linguaggi specialistici;
  • incrementare forme di partecipazione e cittadinanza attiva, mediante una migliore conoscenza del ruolo del museo e del patrimonio culturale;
  • permettere lo scambio di esperienze e approcci tra professionalità operanti nei musei, negli istituti scolastici, nelle università e nelle associazioni rappresentative dei pubblici attuali e potenziali dei musei stessi;
  • costruire una piattaforma di confronto a livello nazionale per l'ampliamento del vocabolario della lingua LIS e per la facilitazione della comprensione dei linguaggi disciplinari e specialistici.
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Analisi del progetto

Come evidenziato nell’ultimo Rapporto Annuale di Federculture (2012), attualmente nel nostro paese si assiste ad una crescente richiesta da parte dei cittadini di “vivere la cultura”, quale prodotto ed effetto dei nuovi bisogni indotti dalla società dell’informazione e della conoscenza: i consumi culturali delle famiglie sono infatti aumentati del 4,06% nel 2011.

Ciò testimonia il fatto che nonostante le difficoltà finanziarie in cui molte famiglie versano, i cittadini scelgono di investire sulla fruizione di mostre ed eventi culturali, ma non sempre sono attirati da quanto le collezioni permanenti dei musei possono offrire in termini di conoscenza, apprendimento e intrattenimento.

L’esigenza di una maggiore dinamicità delle strutture museali è strettamente connessa a innovazioni significative che siano in grado di implementare il processo di valorizzazione dei patrimoni culturali, in modo da trainare lo sviluppo locale.

In questa direzione, le strutture museali potrebbero diventare sempre più:

  • punti di apprendimento per tutti i cittadini, di tutte le età, di ogni nazionalità e di qualsiasi condizione;
  • centri di elaborazione culturale dei e nei territori;
  • motore per lo sviluppo di una nuova cultura dell’inclusione sociale e della partecipazione alla vita culturale della società.

Il progetto si alimenta del rapporto costruito dai due musei nazionali con il territorio cittadino e con alcuni suoi protagonisti che ormai da tempo intrattengono con le due istituzioni un dialogo costante. Proprio a partire da questo specifico contesto, si intende realizzare una partnership forte tra i due istituti, per la sperimentazione di un polo museale integrato che enfatizzi la vocazione incarnata dalle due realtà museali: offrirsi come luoghi della conoscenza di mondi lontani e spazi del confronto tra identità e alterità.

L’analisi del contesto cittadino, cui i due musei hanno dedicato negli anni un’attenzione particolare nella prospettiva di un rilancio delle rispettive mission, lascia emergere la presenza di difficoltà nella fruizione del patrimonio presso quei pubblici che necessitano di approcci più mirati, quali:

  • i giovani (pubblico delle scuole primarie e secondarie), che sperimentano spesso la carenza di una “didattica” museale sufficientemente nuova, accattivante e stimolante, per una partecipazione attiva all’esperienza di visita al museo;
  • i migranti, ancora troppo spesso relegati al ruolo di passivi destinatari di iniziative e politiche socio-culturali, spesso basate su logiche centralistiche e imposte “dall’alto” con il rischio di privarli dell’essere soggetti attivi e produttori di significati culturali;
  • i disabili, che per via delle barriere della comunicazione (assenza di supporti/ percorsi adeguati per la fruizione dei contenuti del museo, come nel caso degli ipovedenti e dei non udenti) non riescono ad accedere ai luoghi della cultura;
  • gli adulti, che spesso reclamano forme di comunicazione innovativa e multisensoriale per fruire del patrimonio in modo più adeguato alle aspettative che la società delle comunicazione e i nuovi media già propongono.

Tenendo conto di questo contesto di riferimento, la partnership qui proposta vuole valorizzare le metodologie e pratiche già consolidate per rispondere ai bisogni di utenze variegate ed anche fragili. In questa direzione, diviene centrale la dimensione narrativa del museo, la cui principale vocazione è quella di rappresentare le culture con un’attenzione alla contemporaneità. Quest’ultima si sposa naturalmente con le realtà territoriali dei due istituti museali – si pensi al Museo d’Arte Orientale, collocato nel multiculturale quartiere Esquilino di Roma.

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Il progetto

Il progetto "Al museo con... Patrimoni narrati per musei accoglienti" sperimenta una nuova forma di mediazione del patrimonio culturale valorizzando le esperienze educative e di rete svolte dai due musei nazionali di Roma, anche nell'ambito di alcuni importanti progetti europei (READ-ME 1 e 2). 

La sperimentazione consiste nell'elaborazione di un programma, condiviso con diverse realtà pubbliche e private, incentrato sulla costruzione di percorsi di avvicinamento e di apprendimento dei contenuti museali e finalizzato al coinvolgimento dei diversi pubblici e alla promozione di forme alternative e innovative di visita alle collezioni permanenti.

"Al museo con... Patrimoni narrati per musei accoglienti" si fonda su un approccio partecipativo e multi-vocale alla conoscenza del patrimonio e coinvolge attivamente alcune categorie di visitatori esemplari (studenti, migranti, rifugiati, persone con disabilità, esperti) nell'osservazione e nella presentazione in forma narrativa degli oggetti esposti.

Il progetto è animato dalla convinzione che i contenuti scientifici del museo possano essere comunicati anche in modo informale e ludico e dalla volontà di dare un senso attuale e dinamico al patrimonio, un concetto che oggi tende ad essere sempre più in relazione con le cosiddette "comunità interpretanti".

Il focus sta nella realizzazione di sei percorsi narrati interattivi (tre per ciascun museo) su alcuni oggetti e temi delle collezioni museali, progettati nell'ambito di un ciclo di laboratori di narrazione e di scrittura.

A partire dal 16 luglio 2014, il pubblico dei due musei potrà visitare le collezioni attraverso gli occhi e la voce di alcuni narratori: Hazel, Juvi, Flavia e altri studenti dell'Istituto "Daniele Manin" di Roma;  Sharif e Ali, due giovani afgani dell'associazione FOCUS-Casa dei diritti sociali; Claudio, un archeologo esperto in antropologia fisica, metallurgia e archeologia sperimentale; Ndjock e Ghandy, un mediatore culturale e uno studente delle associazioni Kel'Lam e Comunidad Peruana di Roma; Anna e Valentina, due studentesse sorde delle associazioni KIASSO; Dechen e Geshe, rifugiati tibetani e Giulia, tibetologa. 

La fruizione dei percorsi narrati da parte del pubblico avverrà attraverso un'applicazione web su piattaforma Android, disponibile su un tablet distribuito agli info-point dei due musei o scaricabile su dispositivi mobili degli utenti dal sito web o nell'area wi-fi dei due musei. 

L'applicazione permetterà al pubblico di scegliere in autonomia i diversi percorsi narrati e di vivere un'esperienza interattiva, immersiva ed emozionale di visita alle collezioni. 

Attraverso la "lente magica" dello schermo dei tablet e mediante la tecnologia della realtà aumentata, il pubblico potrà ascoltare storie e intepretazioni sugli oggetti dalla viva voce dei narratori e guardare scenari di ricostruzione e/o di evocazione di contesti. Una sezione di contenuti di approfondimento permetterà poi di conoscere più in profondità specifici temi e aspetti collegati agli oggetti presentati e alle narrazioni ascoltate. 

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Il progetto "Al museo con... Patrimoni narrati per musei accoglienti" è nato dalla collaborazione tra il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” e il Museo Nazionale d’Arte Orientale “G. Tucci” di Roma.
L'idea è stata sostenuta dalla Direzione Generale per le Antichità e il progetto è stato ammesso al finanziamento del MiBACT in seguito alla partecipazione al bando “Promuovere forme innovative di partecipazione culturale”, promosso dalla Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale con Circolare n. 7/2012.

 

 

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